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Old 09-Aug-22, 06:50
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Default Re: Amore, wrestling, e Irene

7
Irene diventava sempre più brava.
Le prime volte mi aveva sconfitto costringendomi alla resa con una presa di soffocamento o con una forbice, ma non era mai riuscita ad immobilizzarmi ed a schienarmi con un conteggio.
Finché un giorno successe anche questo.
Mi aveva atterrato con un semplice sgambetto e si era precipitata su di me, inchiodandomi le braccia a terra con le ginocchia.
Io tentai di liberarmi, ma lei mi afferrò i polsi e mi bloccò le mani.
Potevo ancora muovere le gambe ed il tronco, ed infatti mi sollevai in ponte, agitandomi e divincolandomi con le gambe.
Irene, concentratissima, si sollevò leggermente, si mosse a destra e sinistra per aumentare la pressione delle ginocchia sulle mie braccia, e poi si calò di colpo sul mio petto con tutto il suo peso.
La mia avversaria era molto robusta, il colpo che subii mi tolse il fiato.
Piombai di nuovo a terra supino sotto di lei, senza più la forza per risollevarmi e divincolarmi.
Ero con le spalle a terra, le mie braccia erano inchiodate ed indolenzite per la pressione delle sue ginocchia, e le mie gambe erano ormai inerti, prive di forza.
Quando capì che mi aveva ormai schienato e che non sarei stato in grado di liberarmi, sul suo viso comparve un lieve sorriso, mentre iniziava il conteggio.
Come sempre, fu molto corretta, contò fino a 10 senza affrettarsi, poi si sollevò di colpo, esultante, guardando verso di te come per ottenere la tua approvazione.
“Wow! L’ho fatto! L’ho schienato!”.
Ma tu, gelida, frenasti subito la sua esultanza.
“Brava, l’hai schienato, ma forse è stato un caso fortunato, ora fate una pausa e poi riprendete… vediamo se riesci a schienarlo di nuovo…”
Dopo una pausa di dieci minuti ci affrontammo di nuovo.
Stavolta ero guardingo, non mi andava di essere schienato per la seconda volta di seguito, di fronte a te.
Irene era sempre concentrata, era chiaro che ci teneva a dimostrare che era diventata una brava lottatrice, un’atleta che vinceva anche di tecnica, non solo con le sottomissioni.
Provammo in tutti i modi a sopraffarci reciprocamente, ma non ci riuscivamo… sembrava che fossimo ormai di pari forza ed anche di pari abilità, i vari tentativi di atterramento si susseguivano, ma non andavano a segno.
Infine, Irene mi sorprese con una proiezione d’anca velocissima, la sua specialità.
Mi aveva passato il braccio destro sulla nuca, e con l’altro aveva afferrato un mio braccio. Muovendosi e spostandosi da destra a sinistra e viceversa, mi portò nella posizione voluta.
Si girò di colpo e mi mise davanti una gamba e l’anca, si piegò di scatto, inginocchiandosi verso terra, e, sempre tenendomi la testa ed un braccio, mi sollevò i piedi da terra, e mi fece fare una perfetta rotazione sulle sue spalle.
Mentre ero in aria e ruotavo, lei mi tratteneva saldamente la testa e guidava la mia caduta.
Alla fine della capriola mi trovai con le spalle a terra, ed Irene che mi teneva saldamente avvinghiato fra le sue braccia.
Non mi diede il tempo di voltarmi, perché si allungò tutta su di me e mi allargò le gambe con i piedi, tenendomele divaricate dalle caviglie. Contemporaneamente mi afferrò i polsi e me li schiacciò a terra, gravando con tutto il peso su di me.
Ero sdraiato supino sotto Irene, e lei mi bloccava le braccia e le gambe.
La sua testa era più su della mia, e le sue tette erano all’altezza dei miei occhi, a pochi centimetri dalla mia bocca.
Ma Irene non faceva ricorso a malizie femminili, non mi strofinava in faccia le tette, lei voleva vincere di tecnica, e teneva la testa sollevata, per evitarmi il contatto con le tette.
Ed infatti vinse di tecnica.
Mi aveva immobilizzato alla perfezione, ero con le spalle e tutta la schiena a terra, cominciò a contarmi…
Arrivò a 10 tranquillamente, senza particolari sforzi, doveva solo tenermi giù con il suo peso, limitandosi a controllare i miei movimenti disperati alla ricerca di un’impossibile via di fuga.
Si alzò di scatto al 10 e si rivolse a te, entusiasta.
“Evviva! L’ho fatto di nuovo, e l’ho fatto in una maniera diversa, hai visto?”.
Anche se a malincuore, dovesti ammettere la sua bravura…
“Non c’è che dire, sei stata molto brava, ormai lui non ti è più superiore, siete praticamente alla pari…”.
Anche io mi complimentai con Irene e l’abbracciai, poi le presi una mano e la sollevai in alto, ammettendo la sconfitta.
“La vincitrice!”
Irene era al settimo cielo, era rimasta piacevolmente colpita dal mio gesto, e si complimentò anche lei con me.
“Grazie! Sei un avversario veramente corretto e leale, ad ammettere la sconfitta, ma non credo che riuscirò di nuovo a batterti per due volte di fila.”
Andata via Irene, restammo io e te a commentare l’accaduto.
“Amore, cosa avevi, ho avuto la sensazione che tu fossi infastidita dalle vittorie di Irene… ti assicuro che mi ha battuto lealmente, non l’ho favorita in nessun modo… è proprio brava…”:
“Sì, ho visto che è stato un combattimento vero, e lei è diventata veramente brava, forse è già più brava di te… se nella lotta ci mettesse anche qualche malizia femminile tu non avresti scampo, ti distruggerebbe…”.
“Tesoro, hai visto che lei è molto leale, per fortuna non le viene in mente di… provocarmi in qualche modo… come fai tu… altrimenti… sai… le conseguenze che sappiamo…”
“Sì, è leale, per ora… forse perché ci sono sempre io presente, e perché non ha ancora scoperto quanto può essere eccitante dominare anche sessualmente un uomo, ma prima o poi lo scoprirà…”

Eri rimasta soprappensiero, stavi rimuginando qualcosa..
“…purché non lo scopra con te, non potrei sopportarlo…”
“Ma che ne pensi, lei ora è in grado di competere anche con te?”.

Eri dubbiosa. Evidentemente, vedendoci lottare, e vedendo i progressi di Irene, ti stavi chiedendo proprio quello.
“Mah, non saprei…certo che ha fatto grandi progressi… e prima o poi dovrò confrontarmi con lei in modalità competitiva… anche perché sono stufa di assistere alla scena di un’altra donna che domina il mio uomo… devo pensarci sopra…”
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