View Single Post
  #2  
Old 29-Jun-22, 16:25
caiall's Avatar
caiall caiall is offline
Member
Points: 1,887, Level: 17 Points: 1,887, Level: 17 Points: 1,887, Level: 17
Activity: 0% Activity: 0% Activity: 0%
 
Join Date: Apr 2021
Gender: Male
Location: italy
Posts: 72
Thanks: 2
Thanked 78 Times in 51 Posts
Default Re: Amore, wrestling, e Irene

2
“Ciao, io sono Irene, piacere di conoscerti.”
“Ciao Irene, piacere mio”
“Finalmente ti conosco, è da parecchio che sento parlare di te, so che sei un’ottima persona ed un compagno meraviglioso. E so anche che sei un forte lottatore”.
“Grazie per la stima. Io invece ho saputo di te solo da poco.”
“Allora che ne dici di questo progetto? Sei d’accordo? Hai qualcosa in contrario a lottare con me?”
Guardai Irene, che come avevi detto tu era una donna alta e ben fatta, molto attraente…e poi guardai te…
“Io no. Per me niente in contrario…”
Guardai di nuovo dalla tua parte. Eri impassibile.
“Forse all’inizio sarà un po' imbarazzante, è normale, visto che ci conosciamo solo adesso. Dovremo rompere il ghiaccio, ma poi non vedo perché non debba funzionare.”.
Tu intervenisti sbrigativa per toglierci dall’imbarazzo della presentazione…
“Ma certo che funzionerà, e poi ci sarò sempre io ad arbitrarvi e se necessario a dare delle indicazioni. Anzi direi di piantarla con i convenevoli, preparatevi e cominciamo subito, OK?”
Ci preparammo e ci mettemmo in posizione sul tappeto… Irene era alta e muscolosa, ma al tempo stesso aveva un fisico slanciato e asciutto, si intuiva che era una donna molto forte.
Indossava un due pezzi che la modellava alla perfezione con tutte le rotondità al posto giusto, era un po' troppo seducente… prevedevo guai…
Ti guardai significativamente, ma tu sembravi disinvolta e tranquilla…
Irene era molto impacciata ed imbarazzata, sul tappeto non sapeva cosa fare, da dove cominciare…
Neanche io ero a mio agio a lottare con un’altra donna, sentivo la tua presenza, però dopo tante sessioni di lotta con te ormai sapevo come muovermi sul tappeto.
Senza indugiare afferrai Irene dalle spalle e l’atterrai con una proiezione d’anca. Non sapevo se lei fosse allenata a cadere, e così per prudenza la trattenni durante la caduta.
Cadde sulla schiena accompagnata da me, e mi adagiai su di lei con delicatezza, premendole le spalle a terra.
Fece subito un ponte e cercò di girarsi su un fianco, ma io glielo impedii e la tenni giù con il mio peso.
Era sotto di me, e le tenevo le braccia inchiodate a terra dai polsi, mentre le bloccavo le gambe tenendole divaricate con i miei piedi.
Era del tutto impossibilitata a muoversi.
Si dibatté con tutte le sue forze, disperatamente, ma ormai l’avevo immobilizzata efficacemente, e non fu in grado di liberarsi.
Avevo vinto troppo facilmente. Irene non era ancora in grado di affrontarmi seriamente.
Mi alzai e l’aiutai a sollevarsi.
Ti guardai, per osservare le tue reazioni.
Mi avevi visto sdraiato sopra un’altra donna, ma sembrava che la cosa non ti avesse disturbata.
“Ok, ragazzi, avete rotto il ghiaccio, va bene così.”
Ci soffermammo tutti e tre a commentare l’accaduto.
Irene era cupa, sembrava umiliata e sfiduciata.
“Non sarò mai in grado di batterti, sono troppo indietro rispetto a te”.
“Dai, Irene, non scoraggiarti, sei solo all’inizio, devi continuare, e vedrai che i progressi ci saranno… poi sarò io ad essere timoroso di affrontarti…”.
“Grazie, sei gentile, ma sento che non ce la farò mai…”
“Ascolta, Irene, prendi esempio da lei, anche lei ha iniziato da zero, e adesso è una lottatrice formidabile, ti sta insegnando a combattere, e sa perfettamente come affrontarmi e battermi…”
A questo punto intervenisti tu.
“Sai amore, mi hai dato lo spunto, Irene ha bisogno di capire come deve affrontarti soprattutto sul piano pratico, e può prendere esempio da me, proprio come hai detto tu…”.
“Sì, va bene, e allora che si fa?”.
“Si fa che adesso lottiamo io e te, tesoro, come facciamo di solito, cioè lo facciamo sul serio. Irene non ci ha mai visti combattere, ha solo sentito parlare da me dei nostri incontri. Adesso ci osserverà e comincerà a capire come deve affrontarti, va bene?”.
Dissi che per me andava bene, mentre Irene era chiaramente incuriosita, non vedeva l’ora di vederci all’opera, dopo aver sentito tanto parlare dei nostri combattimenti.
Ci affrontammo.
Fu uno scontro duro.
Sapevo che se ti fossi impegnata al massimo alla fine sarei stato sconfitto, ma ero determinato a resisterti il più possibile, non volevo sfigurare di fronte ad Irene.
Altrettanto determinata eri tu, che sicuramente avevi detto alla tua amica che mi eri superiore e finivi sempre per costringermi alla resa, e non volevi correre il rischio di essere smentita.
Fu una lotta lunga ed accanita, mandai a vuoto tutti i tuoi tentativi di immobilizzarmi, ma alla fine ero esausto, e riuscisti ad intrappolarmi con una forbice alla testa.
Già tante volte mi avevi sottomesso con quella presa, ma stavolta avevi un pubblico, e lo facesti con cattiveria.
Mi afferrasti alla nuca con entrambe le mani e mi schiacciasti con tutta la tua forza naso e bocca contro il pube, mozzandomi il respiro.
Contemporaneamente le tue cosce sprigionarono tutta la loro potenza sul mio collo e sulla mia testa comprimendoli in una morsa terrificante.
Percepivo la tua feroce determinazione, e mi dibattei furiosamente, ma senza effetto. Avevo il collo e la testa schiacciati ed ero completamente soffocato.
Picchiai disperatamente le mani sulle tue cosce, ma non mi mollavi, i miei gemiti di dolore assunsero una nota di terrore… e continuavi a non mollarmi…
Allentasti la presa solo quando i battiti delle mie mani sulle cosce cominciarono a diminuire di intensità, ed i gemiti divennero flebili.
Rimasi sdraiato con la testa appoggiata sull’interno della tua coscia mentre tenevi sollevata l’altra per farmi respirare e mi osservavi.
Ero intontito, avevo quasi perso i sensi, tossivo ed ansimavo violentemente.
Ci volle più di un minuto per riprendermi.
Nel frattempo ti eri alzata e ti eri messa in atteggiamento di vittoria, a gambe larghe sulla mia faccia, con le mani ai fianchi, guardandomi giù compiaciuta, e ti rivolgesti ad Irene.
“Guarda attentamente questa scena… come hai visto è stata una lotta lunga, una lotta dura, ma alla fine l’ho sottomesso, ed ora lui è ai miei piedi, sconfitto, umiliato e semisvenuto… tutto quel che può fare è guardare ed ammirare dal basso le mie parti intime …le stesse che poco fa l’hanno soffocato…Non ti piacerebbe avere un uomo disteso ai tuoi piedi che ti ammira dal basso… dopo che l’hai costretto a sottomettersi?”.
Le tue parole, e soprattutto la tua postura incombente su di me, fecero una grande impressione su Irene, visibilmente ammirata, si intuiva facilmente che immaginava se stessa al tuo posto…
“Oh, sì, sarebbe meraviglioso, se potessi avere ai miei piedi il mio ex, dopo averlo sottomesso in quel modo… non so cosa si prova, ma ho notato la tua soddisfazione, penso che non sarei più depressa…”.
“Beh, non so se il tuo ex sia disposto a stare ai tuoi piedi in questo modo , ma con la lotta avrai l’opportunità di sottomettere un altro uomo, e questo sicuramente ti farà stare meglio…”
Finalmente riuscii a sollevarmi, ero ancora malfermo, ma tu mi abbracciasti premurosamente e mi tenesti su, baciandomi dolcemente, mentre ti rivolgevi ancora ad Irene.
“Visto Irene? Come vedi quando lottiamo facciamo sul serio, però ci vogliamo bene, te l’avevo detto”.
“Impressionante. Ma fate sempre così? Avevo paura a guardarvi…temevo che lui potesse subire dei danni…”
“Beh, a dire il vero non sempre ci affrontiamo così duramente, però i nostri scontri sono seri, e comunque nessuno di noi due si è fatto mai male, sappiamo quando fermarci…”
“Scusa, ma a me sembrava che lui stesse per perdere i sensi da un momento all’altro…”
“Oh, sì, è vero, ma io so esattamente quando fermarmi, non voglio che succeda niente di male al mio amore, è vero tesoro?”.
Con difficoltà riuscii a rispondere che era vero, che tu eri molto brava a valutare le mie condizioni.
“Sì, capisco, ma vedervi lottare con tanto accanimento, e poi vedere lui che si arrende e tu che non molli la presa mi ha fatto veramente impressione…”
“In genere quando uno di noi si arrende l’altro allenta subito la presa, ma in questo caso volevo che tu vedessi con i tuoi occhi cosa vuol dire costringere l’avversario ad una sottomissione totale…”
“L’ho visto, altroché se l’ho visto, ma è tremendo per chi subisce…”
“Come ti ho spiegato tante volte la sottomissione fa parte del gioco, è lo scopo ultimo della lotta, specialmente fra un uomo ed una donna…e per noi donne è esaltante ridurre un uomo all’impotenza con le nostre mani…”.
“E quindi… quando lotto con lui, o con un altro uomo, se vinco devo fare lo stesso?”
“Oh no, non necessariamente, dipende dalle giornate. Vedrai che ti verrà spontaneo umiliare il tuo avversario, fargli sentire la tua superiorità… Ma se un giorno sei particolarmente incazzata, puoi sfogarti un po' di più su di lui… mi capisci? Io faccio così con lui, e poi mi sento benissimo!”
Ormai mi ero ripreso. Quei discorsi in mia presenza mi stavano mettendo in imbarazzo.
“Ehi ragazze, ci sono anche io, e non sono un pupazzo…”
“Ma no amore, quale pupazzo… e poi non è detto che tu debba sempre perdere… con Irene hai vinto… per ora…”
Reply With Quote
The Following User Says Thank You to caiall For This Useful Post: