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  #1  
Old 19-Oct-22, 07:35
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1
Le sessioni di allenamento con Irene e Lorenzo continuarono, un po' stancamente, sentivamo tutti il bisogno di qualcosa di nuovo, finché, un giorno…
“Amore, c’è una grossa novità!”
“E cioè?”
“Farò l’istruttrice in un corso di mixed wrestling!”
“TU FARAI COOOSAAA…? L’istruttrice di che?”
“Tesoro, calmati, lasciami spiegare…”
Ero fuori di me, ma mi calmai e ti ascoltai.
“Il proprietario della mia palestra di pilates mi ha convocata nel suo studio. Non avevo idea di cosa volesse, ma mi ha lasciata stupefatta. Mi ha detto senza preamboli che gli era giunta alle orecchie la nostra storia, cioè che siamo una coppia felice di lottatori, e che per di più avevo insegnato la lotta ad Irene, e così gli era nata l’idea di organizzare una specie di corso di mixed wrestling in palestra.”
Ero sempre più a bocca aperta per la sorpresa.
“Il corso l’aveva pensato in un primo tempo riservato agli uomini, e per questo gli serviva un’istruttrice di sesso femminile, cioè io, ma non escludeva di organizzare un corso analogo anche per sole donne, o addirittura misto di donne e di uomini. Intanto vorrebbe iniziare con un corso per maschi, con me come istruttrice.”
“E tu che gli hai detto?”
“Io sono rimasta sorpresa come te in questo momento, e gli ho chiesto di fami capire bene quale era il suo progetto.”
“….e?”
“…mi ha detto che è sicuro del successo dell’iniziativa, e mi ha fatto una proposta economica irrinunciabile… mi ha chiesto solo del tempo per organizzare la cosa, ma nel frattempo voleva assicurarsi la mia disponibilità, ed io mi sono detta disponibile in via di principio, riservandomi una risposta definitiva quando il progetto sarà pronto.”
Non ero per niente convinto di questo tuo impegno, e te lo dissi.
“Ho capito che ti pagherebbero molto bene, ma mettiti nei miei panni… non mi piace l’idea che tu insegni a lottare ad altri uomini, e poi… immagino già quelli che vorranno partecipare ad un corso del genere… e le loro motivazioni…”
“Oooh, ma allora sei geloso… beh, sai non mi dispiace, ma considera che sarebbe solo un lavoro, e molto ben pagato.”
Naturalmente avevi già deciso, le mie obiezioni erano inutili.
Una settimana dopo tutto era pronto.
“Tesoro, siamo pronti a partire!”
“E allora, come funziona?”
Il mio boss si è messo in contatto con i suoi colleghi proprietari di altre palestre, perché la nostra è frequentata solo da donne, e l’idea è piaciuta subito. Un sacco di gente voleva iscriversi, ma hanno selezionato un gruppo di prova molto ristretto, una decina di persone, per iniziare.”
“Tesoro, non è questione di gelosia, ma sono preoccupato, penso al genere di persone che potrebbero essere interessate ad un corso del genere, potrebbe essere pericoloso per te…”
“Stai tranquillo. Il mio boss voleva assicurarsi la presenza alle lezioni di uno o più esperti di sport di combattimento, arti marziali, roba del genere, per la mia protezione, ma io gli ho detto di no. Dal momento che i partecipanti sono persone inesperte in qualunque tipo di sport di combattimento, non dovrei avere problemi a tenerli a bada, se ci fosse qualche malintenzionato… saprei come metterli a posto, tu ne sai qualcosa, giusto…?”
Feci finta di non aver sentito…
“Ma, come fai a fidarti, e poi tu da sola, con una decina di assatanati…”
“Oh, ma non sarò da sola, ho chiesto di essere affiancata da Irene, che è grande e grossa, e magari incute più timore di me. Inoltre lei mi servirà anche per le dimostrazioni pratiche.”
“Potrei venire anche io, mi sentirei più sicuro…”
“No. Credimi, non c’è motivo, la tua sarebbe una presenza incomprensibile, dal momento che gli allievi devono lottare con delle donne. Io ed Irene bastiamo, e sappiamo come cavarcela.”
Non ci fu niente da fare, avevi già pensato a tutto.
L’unica concessione fu che, d’accordo con il proprietario della palestra, anche lui un poco preoccupato, io e Lorenzo avremmo potuto seguire il corso in video da una saletta della palestra, pronti eventualmente ad intervenire.
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  #2  
Old 26-Oct-22, 12:51
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Venne il giorno di inizio del corso.
Il corso si teneva in una saletta appartata della palestra, con un tatami ed un cerchio al centro, come per una normale arena di lotta.
C’erano una decina di allievi tra i 20 ed i 40 anni, visibilmente eccitati e su di giri, vestiti da palestra, in pantaloncini e maglietta. Tu ed Irene vi presentaste anche voi vestite da palestra, in pantaloncini aderenti ed un reggiseno sportivo.
Nonostante l’abbigliamento sportivo eravate entrambe molto sexy, e gli allievi non vi toglievano gli occhi di dosso.
Tenesti un breve discorsetto di presentazione del corso.
“Salve, ragazzi, mi presento, sono la vostra coach. Ho una discreta esperienza di lotta, ed in particolare di mixed wrestling, e sono stata ingaggiata dalla direzione per tenere questo corso riservato agli uomini.
Vi spiego subito alcune cose del mw, e vi prego di ascoltarmi con molta attenzione.
Il vostro avversario è una donna, può essere giovane o meno giovane, può essere esperta o meno della lotta, può essere più leggera o più pesante di voi, più forte o meno forte, ma il suo obiettivo è uno solo, sempre lo stesso, e per quello pratica il mixed wrestling: sfruttare l’occasione di un combattimento contro un uomo per sconfiggerlo ed umiliarlo in quanto maschio.”
“Wow!”
, esclamò qualcuno degli allievi, ma tu non desti peso all’interruzione.
“Spesso sono donne frustrate o con esperienze di coppia infelici, ma quasi sempre per qualche motivo ce l’hanno con gli uomini ed a loro non sembra vero di poterne metterne sotto qualcuno ed umiliarlo.
Quindi ricorreranno ad ogni mezzo per ottenere il loro scopo.”
Tra gli allievi, alcuni ascoltavano con attenzione, mentre altri ridacchiavano, e mormoravano commenti facilmente immaginabili…
“Voi invece non ce l’avete con le donne, al contrario, siete qui soprattutto per motivi inconfessati che però conosciamo benissimo.
Io personalmente come donna non ho niente da dire a questo proposito, per me si tratta di istinti naturali, ma devo mettervi in guardia perché la cosa vi pone in una situazione di svantaggio di cui dovete essere ben consapevoli.”
Qualcuno rise apertamente, quando sentì che partivano da una situazione di svantaggio nei confronti di una donna.
“Lo so, vi può sembrare ridicolo quello che vi ho detto, ma riflettete su questo”.
Avevi ottenuto la loro attenzione.
“L’obiettivo di un incontro di mw è la sconfitta dell’avversario mediante sottomissione: sono vietati i colpi in genere, o le prese pericolose che possono produrre danni seri, per esempio ai testicoli, ma tutto il resto è consentito.
Vince chi immobilizza l’avversario, o lo sottopone ad una presa a cui non si può resistere; il perdente deve capire quando non ha più nessuna possibilità di liberarsi da una presa che lo immobilizza, o che è potenzialmente pericolosa per lui, e deve arrendersi e sottomettersi, altrimenti corre dei rischi.”
“E quindi?”
. Chiese uno di quelli più spavaldi. Ma tu lo ignorasti.
“Ora consideriamo le armi a disposizione degli uomini e delle donne.
Un uomo è mediamente più forte di una donna di pari peso, e questo è un vantaggio, nel senso che se si affrontano un uomo ed una donna di pari peso e pari abilità nella lotta, in teoria dovrebbe vincere l’uomo.
Ma nel mixed wrestling c’è un altro fattore che ha un peso molto rilevante.
Come è ovvio, in una lotta fra un uomo ed una donna avvinghiati corpo a corpo la componente sessuale è enorme, con tutte le sue implicazioni, e tutti sappiamo che un uomo avverte maggiormente questo condizionamento.
Soprattutto lo sanno benissimo le vostre avversarie, e sfrutteranno il vostro punto debole per soggiogarvi.”
“Wow! Non vedo l’ora!!”.
Esclamò il solito sbruffone.
“Qualcuna sceglierà un costume da combattimento molto sexy, mettendo bene in evidenza le sue forme, un’altra prima dell’inizio del match vi girerà lentamente intorno e vi provocherà guardandovi maliziosamente negli occhi, ma in ogni caso tutte osserveranno attentamente le vostre reazioni ed il vostro atteggiamento quando ve le troverete di fronte per iniziare la lotta.
“Senti, senti…”
Non poté trattenersi il solito idiota…
"Ma soprattutto, e questo è il vero punto debole di un uomo, se durante il match vi viene duro, la vostra avversaria non mancherà di accorgersene, perché non aspetta altro, e allora quasi certamente siete perduti, perché lei raddoppierà le sue provocazioni di natura sessuale e potrà dominarvi mentre voi sarete imbarazzati e non avrete la forza e la presenza di spirito per reagire, ed alla fine sarete sottomessi ed umiliati."

Adesso tutti, compreso lo sbruffone, ti ascoltavano con attenzione, ma era evidente dal loro atteggiamento che essi, più che preoccupati per i pericoli potenziali, sembravano eccitati dalla prospettiva di lottare corpo a corpo con donne belle e sexy.
Io comprendevo perfettamente le cose che dicevi, per averle vissute e subite di persona tante volte ad opera tua, ma gli allievi non si rendevano minimamente conto che andavano incontro ad esperienze umilianti, e che certamente non si sarebbero divertiti, come si aspettavano.
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  #3  
Old 04-Nov-22, 14:49
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Bisognava dare loro qualche spiegazione pratica.
“Ok, ragazzi, capisco dal vostro atteggiamento che è necessario darvi qualche dimostrazione pratica, così potrete capire che non è per niente eccitante essere umiliati pubblicamente da una lottatrice.
Ora vi mostrerò alcune situazioni tipiche del mixed wrestling e vi renderete conto di quel che dico. Uno di voi verrà qui a lottare con me, io farò la parte dell’avversaria, così potrete vedere quello che vi può capitare…”

Chiamasti un timido ragazzo sui 20 anni che ti guardava a bocca aperta e lo invitasti nel cerchio di combattimento.
“Ok, cominciamo con te, che mi sembri particolarmente vulnerabile. Ora mi affronterai e cercherai di atterrarmi. Naturalmente non sarà un combattimento vero, ma solo un test per dimostrare a te ed agli altri che cosa vuol dire in concreto lottare contro una donna che sa come dominarvi.”
Il ragazzo era esitante, si sentiva intimidito dalla situazione in cui lo stavi coinvolgendo.
“Ma… ma… io veramente… non so…”
“Dai, vieni avanti e fatti sotto, sei qui per partecipare ad un corso di lotta, no? Bene, allora affrontami e comincia ad imparare. Non aver timore, non facciamo sul serio, non ti succederà niente di male...”
Spinto dalle tue esortazioni, ed anche dalle risatine e dai commenti ironici dei compagni, il ragazzo si fece coraggio e si avvicinò con fare esitante a te che lo aspettavi in posa di combattimento.
Goffamente cercò di cingerti la vita, ma tu, senza alcuna difficoltà, evitasti la presa e lo afferrasti per le spalle, poi, facendo perno sull’anca, lo capovolgesti e lo atterrasti velocemente.
Il ragazzo cadde pesantemente sulla schiena con te sopra che lo tenevi inchiodato a terra e gli stringevi la testa con le braccia, con le tette vicinissime alla sua faccia.
Il ragazzo non si era ancora riavuto dalla sorpresa per la fulmineità dell’azione, che tu, tenendolo sempre immobilizzato, con la mano libera ti slacciasti il reggiseno e gli avvolgesti la faccia con le tette, mentre sorridevi provocante e lo guardavi fisso negli occhi.
Il timido ragazzo era smarrito ed in totale confusione, sentendosi due tette calde e morbide intorno alla faccia, e vedendo il tuo atteggiamento provocante.
Per aumentare ancora di più il suo senso di oppressione gli avvolgesti il reggiseno intorno al collo e tirasti lievemente gli estremi, per simulare uno strangolamento.
Il ragazzo era parzialmente strangolato dal reggiseno e soffocato dalle tue tette…
Il poverino divenne di fuoco per l’imbarazzante situazione in cui l’avevi messo, sentiva gli sguardi di tutti su di sé, e non poteva nemmeno respirare liberamente.
Trattenesti il malcapitato in quella posizione per alcuni secondi, continuando a sorridergli provocante, poi lo liberasti e lo facesti alzare, risistemandoti il reggiseno.
“Dai, rialzati! Hai visto che non ti è successo niente di male, capisco il tuo imbarazzo, perché è la prima volta che affronti una donna, ma sei qui proprio per imparare, e prima o poi ti troverai in situazioni di questo tipo…”
Il ragazzo non rispose, era ancora frastornato, e tornò fra i compagni barcollando. Iscrivendosi al corso sapeva (e desiderava) di dover sostenere una lotta corpo a corpo con una donna, ma sicuramente non si aspettava di subire un dominio totale, di trovarsi in una situazione così imbarazzante
“Ok, avete visto tutti… questo era solo un piccolo esempio. E non pensate che per me sia stato facile solo perché io sono un’esperta lottatrice e lui è un principiante. E’ stato facile soprattutto perché il ragazzo era imbarazzato e mi guardava impacciato, non è così?”
La domanda era rivolta al ragazzo, che nel frattempo si era ripreso, ma era sempre più intimidito.
“Sì… sì coach, non…non ho capito bene come è successo…so solo che improvvisamente mi sono trovato a terra, e tu…tu…mi hai…”
Il ragazzo non riusciva a trovare le parole per descrivere quello che gli avevi fatto, e dovesti trarlo d’impaccio.
“Io ho semplicemente approfittato del tuo smarrimento, ragazzo mio. Ma quello che ho fatto io lo avrebbe fatto qualunque lottatrice anche inesperta per atterrarti e soffocarti con le tette dopo averti immobilizzato a terra, e non lo avrebbe fatto solo per una dimostrazione pratica...”
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  #4  
Old 11-Nov-22, 13:19
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Osservasti con attenzione il tuo uditorio, alcuni erano impressionati e stavano silenziosi, ma il solito sbruffone si agitava e continuava a ridacchiare.
Chiamasti Irene vicina a te e le dicesti qualcosa nell’orecchio.
“Bene ragazzi, adesso qualche altro piccolo esempio. La mia assistente farà la prossima dimostrazione… a te Irene…”
Irene si avvicinò con aria risoluta allo sbruffone, un tizio grosso ma scarsamente agile, e lo invitò ad entrare nel cerchio.
Irene aveva un un’espressione indefinibile, non minacciosa, ma di certo non amichevole o rassicurante.
Lei era come sempre bella e sexy, ed aveva un fisico imponente; guardandola si intuiva di avere a che fare con una donna forte e ben allenata, sicuramente pericolosa da affrontare in un combattimento.
Vederla nel cerchio di combattimento in tranquilla attesa dell’avversario faceva una certa impressione, ed anche lo sbruffone se ne rese conto, perché si avvicinò a lei alquanto esitante.
Irene intuì la situazione di disagio dell’uomo, ed entrò immediatamente in azione. Senza alcuno sforzo apparente lo trascinò giù al tappeto e gli intrappolò la testa fra le cosce incrociando i piedi, assicurandosi che le sue parti intime fossero ben premute contro la bocca del giovanotto.
Era la solita terrificante forbice alla testa di Irene, una presa che io conoscevo per averla già subita più volte da lei, ed ancora ricordavo molto bene.
Adesso la sperimentava anche lo sbruffone… Irene lo tenne inchiodato a lungo in quella scomoda posizione per fargli capire subito che non aveva scampo, mentre il malcapitato si dibatteva e si contorceva inutilmente, e gli intimò di arrendersi.
Lui batté più volte disperatamente le mani sulle sue cosce, ma Irene, senza scomporsi, lentamente e con calma lo rotolò sulla schiena e si mise seduta a cavalcioni sulla sua faccia, guardandolo dall’alto con atteggiamento di scherno.
Poi cambiò espressione.
Gli sorrise con aria apparentemente amichevole, ma intanto lo soffocava e mostrava di godere della situazione accarezzandosi lascivamente il seno.
Sotto lo sguardo attonito degli allievi lo tenne sotto per più di un minuto, sollevandosi e consentendogli ogni tanto di respirare quando sentiva che il poveraccio andava in affanno.
Poi allentò la presa e si sollevò leggermente, restando appoggiata sulle ginocchia, con il pube sempre ben proteso verso la faccia di lui, ed assunse un atteggiamento di trionfo.
Ma non aveva ancora finito…
Si alzò e restò in piedi su di lui, in posizione di dominio, continuando a guardarlo beffardamente.
La sua vittima tentò di alzarsi, ma lei gli mise un piede in faccia, e lo costrinse a stare giù, osservandolo con uno sguardo gelido.
Lui fece un altro sbaglio… tentò di spostare il piede di Irene dalla faccia…
Con uno sguardo sempre più gelido, la donna gli mise il piede direttamente sulla gola e cominciò a premere…
Il malcapitato cominciò a tossire e ad agitarsi convulsamente, ma Irene, implacabile, lo tenne inchiodato ancora per un po', nel silenzio generale…
Infine, dopo aver deciso che lo sbruffone era stato umiliato abbastanza, gli tese una mano e lo aiutò a sollevarsi. Lui tornò in mezzo agli altri a capo chino, senza dire una parola…
Irene aveva svolto il compito che tu evidentemente le avevi affidato, ma io non l’avevo mai vista così. Quando aveva lottato con me, quando mi aveva battuto, perfino quando mi aveva sottomesso in modo umiliante, il suo atteggiamento non era mai stato così gelido ed implacabile.
Sembrava un’altra persona.
Gli allievi erano impauriti e fortemente impressionati dall’atteggiamento di Irene, la guardavano con un’espressione smarrita, mentre lei restava impassibile come al solito.
“Ok, ragazzi, avete chiesto di partecipare ad un corso di mixed wrestling, ed avete avuto un assaggio di cosa vuol dire affrontare una donna capace di lottare contro di voi e di battervi. Per oggi basta, ci vediamo domani, nel frattempo ripensate a quello che vi ho detto e soprattutto a quello che avete visto, e mi direte se avete voglia di continuare…”
Gli allievi, chi più chi meno, erano evidentemente impressionati dall’assaggio del corso, non si aspettavano di certo di poter subire umiliazioni del genere, e se ne andarono mogi mogi.
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  #5  
Old 21-Nov-22, 15:25
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Il giorno dopo, lo sbruffone non c’era più, e gli altri erano molto seri, sembravano addirittura depressi, nessuno scherzava o ridacchiava come la prima volta.
“Ragazzi, ora forse vi sarà più chiaro cosa vuol dire essere sconfitti da una donna in un match di mixed wrestling. Ieri io ed Irene abbiamo fatto quello che avrebbe fatto qualunque lottatrice dopo aver vinto un combattimento. E pensate che noi non abbiamo infierito sui vostri compagni, perché non li abbiamo costretti a supplicarci di essere lasciati liberi, cosa che invece farà molto probabilmente la vostra avversaria. E comunque siamo ancora all’inizio, per comprendere meglio in cosa vi andate a cacciare avete bisogno di altri esempi… Ehi, tu, dove vai?”
Ti avvicinasti al gruppo ed afferrasti il braccio di un uomo che aveva l’aria di voler rinunciare.
“Se vuoi sei libero di andartene, come tutti, ma non prima di avere fatto un test con me come i due che ti hanno preceduto. Avanti, vieni sul tatami e lotta con me, hai visto che non succede niente di male, devi solo imparare a sopportare e ad elaborare la sconfitta, poi sarai più forte e forse anche più uomo.”
Confortato da queste parole l’uomo si accinse a tentare di resisterti, o almeno a non soccombere subito.
Dopo una breve schermaglia, lo afferrasti per le mani e lo costringesti a piegarsi sulle ginocchia di fronte a te con la faccia premuta contro il tuo inguine. Lo tenesti in quella posizione umiliante per un breve lasso di tempo, guardandolo fisso negli occhi, poi lo costringesti ad allungarsi sulla schiena e ti sdraiasti su di lui nella posizione nord-sud, tenendogli le braccia bloccate con le mani.
Con la testa strettamente serrata fra le tue cosce, e le vie respiratorie affondate dentro il tuo culo perfetto, il malcapitato sentiva un rombo nella testa ed aveva forti difficoltà di respirazione, mentre lo schernivi con un sorriso malizioso….
In realtà controllavi bene la situazione, sapendo esattamente quando allentare la stretta, il tuo scopo era solo quello di dare una dimostrazione di cosa può essere capace una lottatrice esperta.
Dopo averlo liberato, lo aiutasti a rialzarsi, ancora leggermente intontito, e decidesti 15 minuti di pausa, per permettere a tutti di digerire quello che avevano appreso.
Terminata la pausa, gli allievi erano scossi ed impauriti per quello che avevano visto. Era chiaro che iscrivendosi al corso essi si aspettavano tutt’altro, ed erano tentati di rinunciare.
Ma tu li esortasti a continuare senza deprimersi.
Nelle lezioni successive, insistesti molto sulla necessità che gli allievi migliorassero le loro capacità di resistenza, temendo che difficilmente qualcuno di loro avrebbe potuto vincere in combattimento con una donna determinata.
Erano tutti, chi più chi meno, troppo presi dall’eccitazione della lotta corpo a corpo con una donna, ed in molti di loro ci doveva essere anche una componente masochistica, perché sembrava che non si preoccupassero per niente delle umiliazioni a cui andavano incontro.
Quindi, ogni tanto, era necessario ricordare loro cosa volesse dire essere sconfitti alla lotta da una donna.
Irene era incaricata delle dimostrazioni più convincenti…
Dopo un match simulato, in cui lei aveva avuto facilmente la meglio sull’avversario, tu intervenisti ed obbligasti il ragazzo a restare sdraiato a terra.
“Mio caro amico, hai perso, ma Irene ti ha risparmiato l’umiliazione finale… non immagini quale? Bene, allora… per rendere più veritiero il test, Irene, che ti ha appena battuto, ti farà entrare nella parte del perdente sottomesso. Tu però devi sempre provare a contrastarla, altrimenti la cosa è troppo finta, chiaro?”
Il malcapitato non aveva nessuna voglia di subire ancora da Irene, ma la curiosità era troppo forte, e poi l’idea di lottare ancora con una donna attraente ed essere sottomesso da lei lo stimolava e lo eccitava, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Il ragazzo non ebbe il tempo di sollevarsi da terra perché Irene si lanciò su di lui, e fu subito sopraffatto. Si sistemò in posizione nord-sud e gli bloccò le braccia e la testa avvolgendogli la faccia con le tette.
Appena il giovane cominciò ad annaspare, Irene subito lo liberò dalla presa soffocante ma gli ordinò di restare sdraiato, mentre lei lo sovrastava.
Avendo cura di farsi sentire da tutti, gli annunciò freddamente: “Ok. Ti sei dovuto arrendere, ma sei solo nella fase iniziale della sottomissione, adesso vedrai cosa farei io in una lotta vera, dopo aver costretto il mio avversario alla resa.”
Detto fatto, montò sul ragazzo ed assunse una posa di soddisfazione, poi si spostò tutta in avanti e gli mise la fica direttamente davanti alla faccia, intimandogli di adorarla.
Il ragazzo non poteva certamente opporsi e si avvicinò il più possibile con la bocca al pube di Irene, fin quasi a baciarlo…
Lo tenne in quella posizione per un minuto abbondante, guardandolo fisso negli occhi con aria truce, per fargli sentire la sua superiorità di donna, poi, molto lentamente, si sollevò, e cominciò a girargli intorno, quasi stesse decidendo cosa fare.
Alla fine si fermò sovrastandolo a gambe larghe, e sollevato un piede glielo appoggiò sulla faccia, avendo cura di mantenere un’aria di trionfo.
In quella posizione il ragazzo vedeva distintamente le parti intime della donna che lo sovrastavano, mentre il piede di lei lo teneva inchiodato a terra, e sentiva in pieno il dominio anche sessuale di lei, che lo controllava e gli impediva la fuga come se fosse una preda appena catturata.
Irene infine lo fece alzare, e tu spiegasti a tutti che quella dimostrazione di supremazia femminile su di un uomo era da considerarsi normale, e che tu lo facevi regolarmente nei tuoi incontri, come una sorta di rituale di vittoria. Quindi il ragazzo aveva subito da Irene quello che avrebbe subito anche da un’avversaria qualunque dopo essere stato battuto.
Gli allievi erano sempre più depressi, sembravano sul punto di mollare, ma così il corso sarebbe stato un fallimento, e questo tu non lo volevi, così ti venne un’idea geniale.
Proponesti ai ragazzi di continuare negli allenamenti, e poi, dopo qualche tempo, avresti organizzato un torneo di mixed wrestling contro delle principianti come loro.
La prospettiva li ringalluzzì immediatamente, ed il corso andò avanti, con soddisfazione di tutti, soprattutto del proprietario della palestra…
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  #6  
Old 02-Dec-22, 13:38
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“Amore, tieniti pronto, fra poco tocca a te…”
Cadevo dalle nuvole.
“Che cosa? Che vuoi dire, che dovrei fare?”
“Dovrai farmi anche tu da assistente.”
“Ma perché? Hai cambiato idea, qualcuno ti ha dato fastidio?”
“No, no. Niente di tutto questo. Non mi servi come scorta, lo sai che io ed Irene ci proteggiamo da sole, lo hanno capito benissimo i miei allievi che ci hanno viste in azione…”
“Allora?”.
“C’è una grossa novità. Le ragazze della palestra sono furiose, si sono ribellate ed hanno protestato con il proprietario. Se non organizza subito un corso di mixed wrestling anche per le donne, si dimetteranno in massa, andranno via dalla palestra.”
“Azz… e allora?”
“Allora il proprietario ha dovuto cedere, e mi ha incaricata di risolvere il problema. Così io ho pensato di organizzare un corso per sole donne, diretto da me e con te come assistente per le dimostrazioni e le esercitazioni, lo facciamo partire e vediamo come va..”
“Ma… io… non so se…, sei sicura che sia una buona idea?”
“Certo che lo è, il proprietario pagherà anche te… cosa dovrei fare, farmi assistere da un estraneo?”.
Avevi ragione, era un’occasione di guadagno da non perdere… e poi l’idea di lottare anche con altre donne in fondo non mi dispiaceva… ma questo non potevo mica dirtelo… così ti diedi la mia adesione.
Il corso fu organizzato velocemente, le clienti del pilates avevano fatto forti pressioni per il corso, ed erano su di giri, anche loro avevano una gran voglia di lottare con degli uomini.
Tu eri impegnatissima. Tenevi in contemporanea il corso per uomini, insieme ad Irene, ed il corso per donne, assistita da me.
Il corso femminile iniziò, e tu facesti una presentazione, naturalmente molto diversa da quella del corso maschile.
“Ciao ragazze, noi ci conosciamo già come frequentatrici della palestra, adesso vi farò da istruttrice, con l’aiuto del mio compagno, e cercherò di insegnarvi a lottare, in particolare a lottare contro un uomo”
Le ragazze mi scrutavano con finta indifferenza, qualcuna aveva anche un vago sorriso sulle labbra, era chiaro che sapevano già tutto di me, sapevano che lottavo regolarmente con te e soprattutto sapevano che eri più brava di me e quasi sempre mi battevi.
“Con qualcuna di voi ho già accennato alle mie sessioni private di lotta. Qui voglio confermare che lottare con un uomo… e sottometterlo… fa molto bene a noi donne…”
Mi lanciasti un breve sguardo significativo… tutte si voltarono a guardarmi… ero imbarazzato, ma feci finta di niente.
“Lottare aiuta a scaricare le tensioni e le ansie quotidiane. Avete visto il cambiamento in meglio di Irene da quando ha iniziato con me ed il mio compagno. Qui non si tratta di diventare atlete da competizione, io vi insegnerò poche cose, quelle necessarie per sopraffare un uomo normale, magari il vostro uomo… sono certa che ognuna di voi ha almeno un motivo per avere voglia di sottomettere il proprio uomo…”
Fu un coro unanime.
“Sì, sì!!! Non vediamo l’ora!! Facci vedere subito qualcosa”
Erano assatanate e guardavano tutte verso di me… non vedevano l’ora di mettermi le mani addosso… dovesti frenarle…
“Calma, calma! Ci sarà tempo per tutte di provare delle prese sul mio compagno, oggi vi faremo vedere solo qualche dimostrazione pratica. Io e lui simuleremo un combattimento, in cui sarò io a vincere, e vi farò vedere come si sottomette un uomo… amore sei pronto?”
“Pronto”.
Ci mettemmo nel centro dell’anello e mi feci atterrare con uno sgambetto, mi venisti sopra e mi immobilizzasti con un semplice SGPIN, a cavalcioni sul mio petto e bloccandomi a terra i polsi.
Mi tenesti così per qualche tempo, poi mi intimasti la resa.
Mi arresi. Ti sollevasti e mi mettesti un piede sul petto in posa vittoriosa.
Le ragazze erano in visibilio. Strillavano tutte insieme.
“Facci provare! Facci provare!”
Fosti costretta a fare una prova con una di loro, scelta a caso.
Non era più giovanissima, ma la palestra la teneva su, era ancora una donna attraente, con un bel fisico.
Si fece subito avanti e voleva afferrarmi immediatamente…ma tu la bloccasti.
“Ehi, aspetta un momento, ascolta prima quello che devi fare… lui ti asseconderà… tu lo atterri e poi lo cavalchi come hai visto fare a me… lo blocchi e lo conti fino a 10… poi gli ordini di arrendersi… è chiaro?”.
“Oh, sì chiarissimo… io sono pronta…”
Le facesti vedere come sgambettarmi, lei impaziente eseguì ed io crollai a terra.
Si lanciò come una furia su di me e si mise a cavalcioni … ma non proprio come avevi fatto tu…
…si mise un po' troppo in alto sul mio petto… il suo pube era quasi a contatto con il mio mento… e inoltre mi mise le ginocchia sulle braccia, oltre a bloccarmi i polsi.
Doveva aver visto dei video di mixed wrestling…
Mi contò rapidamente e mi ordinò di arrendermi con occhi spiritati. Era eccitatissima, e continuava a starmi sopra anche dopo la mia resa.
Dovesti intervenire…
“Ok. Basta, hai visto che si è arreso… va bene così… ragazze, mi raccomando la calma… stiamo facendo solo delle dimostrazioni pratiche… non siamo ad un torneo di lotta…”.
Facemmo qualche altra dimostrazione, e così finì il primo giorno del corso.
“Non lasciarmi mai solo con quelle assatanate… mi farebbero a pezzi…”
“Sì, ho visto… sapevo che erano eccitate, ma non immaginavo fino a questo punto… comunque non sono tutte come quella che non ti mollava… lei è divorziata… probabilmente odia il suo ex marito e ce l’ha con gli uomini… devo tenerla a bada…”
Ero alquanto preoccupato. Farti da assistente in un corso di lotta riservato alle donne si presentava come un duro e pericoloso lavoro…
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Fu impossibile tenere a bada le ragazze.
Esse erano venute a sapere quello che avveniva nel corso degli uomini, soprattutto che gli allievi maschi erano sottoposti a tecniche di sottomissione da parte tua e di Irene.
Alle ragazze non importava minimamente che lo facevi per aprire gli occhi agli allievi sulle umiliazioni che avrebbero potuto subire in un match contro una donna.
Loro volevano imparare proprio quelle tecniche, e metterle subito in atto su un uomo, la tecnica di combattimento le interessava molto meno.
Così facevano continuamente pressioni su di te ed anche sul titolare della palestra.
Con mio disappunto alla fine fosti costretta a cedere alle loro insistenze, e dovemmo mostrare alcuni esempi di sottomissione.
Purtroppo unico destinatario e vittima designata di quelle tecniche ero io, e tu ne mostrasti alcune, eseguendole su di me, cominciando dalla più richiesta, il soffocamento con facesitting.
Facesti vedere come una donna seduta a gambe larghe sulla faccia di un uomo possa soffocarlo anche in breve tempo, impedendogli ogni minimo tentativo di spostare la faccia per respirare, e facendogli pesare tutta la sua superiorità, con parole e frasi miranti ad accrescere il senso di umiliazione e di frustrazione della vittima.
Facesti vedere come una donna dominante, ed anche un poco perversa, possa eccitarsi e godere impedendo ad un uomo di arrendersi, trattenendogli le mani per impedirgli di tappare in segno di resa, e guardandolo fisso negli occhi mentre la vittima va nel panico.
Io dovevo fare la parte della preda, e non ero realmente soffocato da te come quando facevamo sul serio, ma le ragazze vedendo quelle scene andavano in visibilio.
Tutte poi impazzirono definitivamente e divennero ingovernabili quando proponesti degli esempi di pose vittoriose.
Dopo avermi atterrato ti piazzasti in piedi a gambe larghe all’altezza della mia faccia e ci rimanesti per qualche tempo in posa vittoriosa, con le mani ai fianchi e lo sguardo fisso su di me, mentre spiegavi alle ragazze quello che facevi.
“Ragazze, lo scopo è quello di eccitare la vostra vittima con la vista ravvicinata delle vostre parti intime, ed al tempo stesso di umiliarlo e soprattutto terrorizzarlo…”
“Come sarebbe…? Come si fa…?”
Strillarono all’unisono alcune furie scatenate.
“…ma sì, lui vede le vostre parti intime sopra di sé e pensa che di lì a poco la vostra meravigliosa passera lo farà godere… ma voi vi calate su di lui e la vostra fica invece di farlo godere lo soffoca… lui sarà scioccato e terrorizzato..”.

Ti calasti su di me come avevi detto, e ti mettesti seduta a gambe larghe sulla mia faccia.
Le allieve erano frementi di eccitazione, si avvicinavano anche troppo a noi, volevano soprattutto vedere la mia espressione mentre ero a terra disteso sotto di te e subivo il tuo dominio.
“Visto ragazze? Lui adesso è completamente in mio potere ed è pronto per la sottomissione finale… sono sopra di lui… osservatelo bene… lentamente, molto lentamente, lo soffoco…”
E non si trattennero più quando desti la spiegazione finale.
“Lui è la mia preda… gli sto sopra e lo soffoco fino a quando non vedo il terrore nei suoi occhi…Lo libero solo quando ritengo di avere ottenuto l’effetto voluto. E’ tutto chiaro?”.
Ti sollevasti da me e mi facesti rialzare.
Nella saletta c’era come un ruggito di belve feroci…
“Vogliamo provare! Vogliamo provare subito! Vogliamo provare tutte!!!”
Mi guardasti sconsolata, ed anche preoccupata…
“Amore, mi dispiace, non posso trattenerle, tocca a te…”
“Sì, lo so, l’avevo capito… ma tu stammi vicina, non mi lasciare in balia di quelle assatanate…”
“Sì, non ti preoccupare, se qualcuna di quelle ossesse si permette qualcosa di troppo, la sbrano…”
Andai incontro al mio destino mentre la più invasata delle belve si scagliava impaziente su di me…
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Toccava a me.
Avevi mostrato come si sottomette un uomo, e come lo si domina anche sessualmente, ora ognuna di quelle donne ipereccitate non vedeva l’ora di farlo anche lei, era impaziente di provare il brivido del dominio sul maschio.
E l’unico maschio in sala ero io.
Io dovevo sottostare a tutte quelle donne assatanate, io dovevo prestarmi per far provare loro l’inebriante sensazione del potere su un uomo sottomesso.
Ci mancò poco che scoppiasse una rissa per chi doveva essere la prima. Dovesti intervenire tu, a designare chi fra loro poteva iniziare.
Scegliesti per prudenza una ragazza giovane e minuta, dai lineamenti dolci e delicati, in apparenza una donna tranquilla, che non si era agitata come le altre per la smania di provare l’ebbrezza della sottomissione di un uomo.
Eppure, pensai, se era lì, anche se in apparenza non smaniava anche lei per mettermi le mani addosso, quella giovane donna dal viso angelico non doveva essere poi così garbata e serena come sembrava.
Ero preoccupato, e te lo sussurrai in un orecchio.
“Guarda che di quella ragazzina con la faccia d’angelo non mi fido molto…”
“Sta tranquillo, ci sono qua io, sto attenta a controllare la situazione, tu fai la tua parte…”
Il combattimento simulato iniziò in maniera tranquilla, sotto la tua guida, fino a quando le mostrasti come fare per atterrarmi con un semplice sgambetto.
Faccia d’angelo era in realtà un’indemoniata, come avevo temuto.
Appena mi vide a terra, ai suoi piedi, si trasformò in una belva assetata di sangue…
Aveva memorizzato perfettamente quello che tu avevi mostrato prima, e probabilmente aveva visto e rivisto decine di video di mixed wrestling e di dominazione femminile…
Si precipitò a cavalcare la mia faccia, si sistemò a gambe larghe con il pube sulle mie vie respiratorie, e mi bloccò la testa per impedirmi ogni movimento.
Poi mi afferrò le mani e me le tenne in alto, per impedirmi di tappare.
Mi aveva immobilizzato alla perfezione, e mi stava letteralmente soffocando. Non ero in grado di respirare, e non potevo neanche arrendermi…
Il suo viso carino era stravolto dall’eccitazione, non c’era più alcuna dolcezza nei suoi tratti, faccia d’angelo esprimeva solo una fredda determinazione che metteva i brividi…
Nel frattempo mi guardava direttamente negli occhi con uno sguardo minaccioso e mi sussurrava parole di intimidazione…
“Ci siamo amico mio, ti sto sopra, sei in mio potere, non puoi liberarti, non ti permetterò di respirare, non ti permetterò nemmeno di arrenderti… voglio vederti terrorizzato…”
Non so quanto tempo mi avrebbe tenuto sotto quella pazza scatenata, ma dopo un poco intervenisti tu e con una pacca energica sulla sua spalla la costringesti a liberarmi.
“Ok, va bene, hai eseguito alla lettera quello che avevi visto… fin troppo alla lettera… adesso mollalo…”
Lei si alzò, chiaramente controvoglia, e mormorò delle scuse, ma al tempo stesso mi guardava in tralice.
Fu come se mi avesse detto: “Stai tranquillo che quando ti avrò di nuovo nelle grinfie completerò il lavoro…”
Chiamasti una donna non più tanto giovane, molto alta ed in piena forma e la invitasti a provare.
“Tu ora mi farai vedere come faresti ad umiliare e terrorizzare un uomo che si è arreso, e che è in tuo potere…”
Ti rivolgesti a me, con uno sguardo di comprensione, che mi invitava ad avere pazienza.
“Amore, stenditi giù, facciamo che lei ti ha battuto e ti ha costretto ad arrenderti…ed ora deve concludere…”.
Mi distesi sul tappeto.
La donna iniziò a girarmi lentamente intorno, senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi.
Dopo un paio di giri si fermò e si piazzò a gambe larghe sulla mia faccia, mettendomi in evidenza un pube gonfio di eccitazione.
Si dondolò alcune volte sui fianchi e si passò lascivamente le mani sulle tette e sulla passera, continuando a guardarmi con intenzione…
Devo ammettere che lo spettacolo non era male. Dal basso vedevo su di me una bella donna formosa ed eccitata, con la passera in bella evidenza.
Faceva un certo effetto, e non osai guardare verso di te.
Lei si calò sulla mia faccia, lentamente, molto lentamente… mi afferrò la nuca e mi tirò la testa, schiacciandomela contro il pube…
Non fece più alcun movimento, mi tenne semplicemente la testa stretta in modo da soffocarmi, e non distolse mai lo sguardo dai miei occhi…
Non potei trattenermi dal tentare di respirare, ma lei me lo impedì energicamente e con tutta calma…
Si sentì come un mugolio uscire dalla mia bocca… mentre lei ansimava in preda all’eccitazione…
Era troppo.
Intervenisti immediatamente e la sollevasti di peso con una certa rabbia…
“Ok, va bene così, brava, sei andata alla grande… ma questa è solo una prova, quando combatterai sul serio potrai soffocare a piacimento la tua vittima...e magari fallo con il tuo uomo, non con il mio compagno…”
Quel giorno le prove finirono così. Sentivo che eri contrariata. Ed infatti.
“Amore, lo so che sono stata io a chiederti di sottostare a queste prove, ma quelle sono davvero assatanate, lo sanno che sei il mio uomo, eppure non si trattengono minimamente… è una mancanza di rispetto nei miei confronti… se vogliono sfogarsi possono farlo sui loro uomini, non sul mio…”.
“Ed allora… che si fa?”.
“No. Basta con queste prove. Adesso facciamo partire un corso misto, di uomini e donne, e le prove, salvo eccezioni, le faranno gli allievi fra di loro, sotto la nostra guida…”
“Sì, sono d’accordo, potranno sfogarsi fra di loro, e noi ci limiteremo a controllarli…”

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Old 26-Dec-22, 14:31
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9
L’atteggiamento delle allieve ti aveva esasperata, ed il corso femminile terminò lì.
Su suggerimento e richiesta pressante del proprietario della palestra, organizzammo un corso misto, con te come capo istruttore, io ed Irene come assistenti, ed una ventina fra uomini e donne.
Le esercitazioni si svolgevano esclusivamente fra allievi di sesso opposto, tranne quando ritenevi di dover mostrare qualche esempio pratico di presa.
Naturalmente tutti gli allievi, uomini e donne, erano sovreccitati, e non vedevano l’ora di misurarsi gli uni contro le altre, quindi, dopo qualche tempo, iniziarono i match di allenamento e prova.
Per il primo incontro scegliesti la stessa ragazza minuta che aveva fatto una prova con me, una ragazza giovane e poco appariscente, non molto alta e snella, con la coda di cavallo, dall’aria per niente pericolosa, che sembrava una ragazzina tranquilla.
La stessa che poi si era rivelata all’atto pratico un’ossessa, e mi avrebbe soffocato a morte se non fossi intervenuta tu.
Il suo avversario era uno, non molto grosso, ma con un atteggiamento spavaldo, che sembrava più avanti degli altri.
Io avrei arbitrato il match.
I due contendenti iniziarono a studiarsi, con le prime schermaglie, e la ragazza non cercò di provocare l’uomo, tanto che inizialmente sembrava un normale incontro di lotta come tanti.
Ma le cose cambiarono dopo un minuto, quando lei riuscì a mettere a segno una mossa di judo che sbilanciò l’avversario e lo fece cadere.
La mossa ben riuscita la trasformò subito in una tigre, e come una furia si lanciò sull’avversario al tappeto, che non si era ancora riavuto dalla sorpresa, ed in breve, con poche contorsioni vigorose e decise lo immobilizzò, iniziando subito a cantare vittoria…
“Haha!! Ti ho atterrato!!! Adesso vedrai come cambia la musica…”
Dopo essersi assicurata di avere saldamente immobilizzato a terra il suo avversario, la ragazza approfittò subito della situazione di vantaggio, ed iniziò una serie di manovre per provocare e stuzzicare il malcapitato.
“Ok. Non mi scappi più… ti lavoro un poco… poi sarai tutto mio!”
Infatti, dopo averlo distratto con un malizioso gioco di piede, la ragazza velocemente intrappolò l’avversario fra le cosce applicandogli una forbice alla testa, lo girò su un fianco e subito cominciò a stringere con tutte le forze.
“Perfetto!! Sei mio!! Fra poco sarai nel panico…e dovrai arrenderti…”
Lui non riusciva a reagire, e si trovò ben presto in balia della ragazza.
Lei, dopo averlo intontito con la forbice alla testa, passò subito ad intrappolarlo nuovamente con un’altra presa contemporanea al braccio ed alla gamba, mentre gli premeva la gola con l’altra gamba.
“Ok, amico… sei inchiodato a terra… non puoi liberarti… senti la pressione della mia gamba sulla gola… ora proverai una sensazione di soffocamento, e ti sottometterai a me…”
Il malcapitato cominciava a dare segni di cedimento, per il dolore al braccio ed alla gamba provocato dalla presa ferrea della ragazzina, e per l’inizio dell’asfissia dovuto alla pressione della gamba sulla gola, mentre lei si dava da fare con tutte le sue forze per obbligarlo alla resa.
Quando sentì che l’uomo iniziava a cedere, lo girò prono e gli si mise a cavalcioni sulla schiena, applicandogli una nuova tremenda presa di strangolamento alla quale la sua vittima non poteva in alcun modo sfuggire, che mirava alla sua sottomissione definitiva.
“Stai soffocando tesoro… che aspetti ad arrenderti, eh?”.
A quel punto lui era condannato alla sconfitta, era solo questione di tempo prima che la sua resistenza finisse.
La ragazza ormai aveva preso il sopravvento.
Sentiva diminuire la resistenza dell’avversario alle sue prese sempre più efficaci, e mise in mostra tutto il suo repertorio, senza avere alcuna fretta di terminare l’incontro.
Lei sottopose la sua vittima a tutta una serie di tecniche, alle quali lui non era più in grado di reagire, ma il match non finiva mai…
Lo afferrò alla gola dalle spalle, inarcandogli la schiena, in una presa soffocante e dolorosa, mentre gli sussurrava in un orecchio parole sinistre che avevano lo scopo di mettergli paura, ma non affondò la presa, perché aveva dell’altro in serbo per lui…
“Sei la mia preda… faccio di te quello che voglio... ti ricorderai di me e di questo match…”
Lo mollò e lui cadde come un sacco vuoto.
Sentiva la vittoria in pugno ed era fortemente eccitata perché stava sconfiggendo il suo primo avversario, e ne pregustava la sottomissione forzata.
Decise di cambiare posizione, gli fu sopra e gli bloccò le braccia mentre gli serrava la testa fra le cosce con la faccia saldamente incastrata nel suo inguine, per fargli sentire i suoi odori ed i suoi umori intimi, in una presa ferrea a sfondo esplicitamente erotico.
“Non mi va di finirti così presto… prima goditi un po' dei miei umori intimi.. senti come sono bagnata laggiù? Sono eccitata al pensiero che ti sto sottomettendo…”
Sempre più esaltata e con un sorriso di soddisfazione sul viso, continuando a sussurrargli frasi di scherno, la ragazza tenne la sua vittima in quella posizione per un paio di minuti, senza mai stringere troppo e permettendogli ogni tanto di respirare.
In realtà il suo scopo era prolungarne l’agonia per godersi il più a lungo possibile il trionfo su di lui.
Io, come arbitro, non potevo intervenire perché tu, prima del match, avevi spiegato che l’arbitro non può fermare il match se uno dei contendenti non corre veri e propri pericoli.
Lo sapevo io, lo sapevano gli allievi, e lo sapevano i due che lottavano.
Meglio di tutti lo sapeva la diabolica ragazza, che approfittava senza pietà di quella regola, e non affondava le prese.
Infatti, anche in quella posizione scomoda, in teoria l’uomo poteva ancora reagire.
Il malcapitato era disperato, perché sentiva tutta l’umiliazione che subiva da quella ragazzina che sembrava così innocua, ed invece si era rivelata una lottatrice perfida, ma ormai doveva sottostare al suo dominio fino a quando si fosse stancata, perché ad ogni timido tentativo di liberarsi lei si incattiviva e serrava la presa.
Lui avrebbe potuto arrendersi, ma arrendersi quando avrebbe potuto teoricamente liberarsi sarebbe stato un disonore troppo grande, e non lo faceva.
Io ero solidale con il malcapitato, mi dispiaceva vederlo impotente nelle grinfie di quella perfida ragazzina, ma non potevo fare niente per lui.
E lei non aveva ancora finito… ora si divertiva a sottoporlo a prese con implicazioni sempre più a sfondo sessuale, era chiaro che si stava godendo l’umiliazione che infliggeva alla sua vittima, perché continuava a non intimargli la resa, ma lo stuzzicava e lo provocava in tutti i modi…
A quel punto però intervenisti tu…
“Ok, basta così! Hai vinto! Lui non è più in grado di reagire… chiudi il match!”.
Dopo il tuo intervento energico, la ragazza capì che doveva porre termine all’incontro, avvicinò la sua faccia a quella del suo avversario sconfitto e lo guardò dritto negli occhi mentre lo cavalcava sul petto e lui era ormai inerme e la guardava implorante.
“Sei fortunato… la coach dice che può bastare… io sarei andata ancora avanti…”
Alla fine si pose in facesitting inverso sulla faccia della sua vittima, impedendogli completamente di respirare, mentre gli teneva saldamente le braccia per i polsi, e gli intimò la resa.
Quando lui si rese conto che non era più in grado di respirare, andò subito nel panico e prese a contorcersi convulsamente sotto la presa ferrea della ragazza, mentre con voce soffocata l’implorava ripetutamente di sollevarsi...
La ragazza con un malizioso sorriso di soddisfazione e di trionfo lasciò che lui si dibattesse invano sotto di lei per quasi un minuto, poi si sollevò leggermente e gli permise di inalare aria, ma solo quando vide che io stavo per intervenire…
Il match era finito.
Lui ansimava e tossiva mentre si riprendeva, e la vincitrice era complimentata dalle altre ragazze, che avevano fatto un tifo infernale per lei, e l’avevano incitata ad essere spietata, mentre la guardavano con invidia, perché avrebbero voluto essere al suo posto…
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Old 03-Jan-23, 09:15
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10
Il giorno dopo commentammo il match, e tu cercasti di consolare il povero ragazzo, che era scioccato e demoralizzato per l’umiliazione subita davanti a tutti.
Invece le donne erano su di giri, gasate per il trionfo sul maschio a cui avevano assistito, e ognuna di loro non vedeva l’ora di fare la stessa cosa.
Ti rivolgesti direttamente al ragazzo.
“Forse non te ne sei reso conto, ma il mio intervento ti ha risparmiato l’umiliazione finale…”
Il ragazzo era sconcertato.
“Non immagini quale? Bene, vieni sul tappeto e simuliamo un finale di match con vittoria della lottatrice. Affronterai Irene, e per rendere più veritiero il test, prima lei ti atterra e ti costringe alla resa, per farti entrare nella parte del perdente sottomesso. Tu però devi sempre provare a contrastarla, altrimenti la cosa è troppo finta, chiaro?”

Il malcapitato non aveva nessuna voglia di subire ancora, ma la curiosità era troppo forte, e poi l’idea di lottare con una donna affascinante come Irene lo eccitava.
Il ragazzo, già sconfitto duramente da una principiante minuta, non era certamente in grado di contrastare una splendida donna ed esperta lottatrice come Irene, e fu subito sopraffatto.
Irene lo atterrò sulla schiena con una proiezione di anca, e fu subito su di lui in posizione nord-sud e gli bloccò le braccia avvolgendogli la faccia con le tette.
Appena il giovane cominciò ad annaspare, subito lo liberò dalla presa soffocante ma gli ordinò di restare sdraiato.
“Ok. Ti sei dovuto arrendere e quindi sei nella fase iniziale della sottomissione, adesso ti faccio vedere cosa avrei fatto io dopo aver costretto il mio avversario alla resa.”
Detto fatto, montò cavalcioni sul petto del ragazzo ed assunse una posa di vittoria, poi si spostò tutta in avanti e gli piazzò il pube direttamente davanti alla faccia, intimandogli di adorarlo.
Il ragazzo non poteva certamente opporsi e si avvicinò il più possibile con la bocca alla fica di Irene, fin quasi a baciarla…
Irene lo tenne in quella posizione per un minuto abbondante, guardandolo fisso negli occhi con aria truce, per fargli sentire la sua superiorità di donna.
Poi, molto lentamente, si sollevò, e cominciò a girargli intorno, quasi stesse decidendo cosa fare. Alla fine si fermò sovrastandolo, e sollevato un piede glielo appoggiò sulla faccia, avendo cura di mantenere un’aria di trionfo.
In quella posizione il ragazzo poteva vedere distintamente le parti intime della donna che lo sovrastava, mentre il piede di lei lo teneva inchiodato a terra, e subiva in pieno il dominio anche sessuale della sua dominatrice, che lo controllava come se fosse una sua preda appena catturata.
Infine Irene lo fece alzare, e tu spiegasti a tutti che quella dimostrazione di supremazia femminile su di un uomo era da considerarsi come una sorta di rituale di vittoria.
Nel gruppetto dei maschi calò il silenzio ed il gelo, mentre le donne erano sempre più eccitate… si fece sentire anche la ragazzina…
“Coach, ma se è normale dopo un incontro vittorioso umiliare un uomo come abbiamo visto fare da Irene, perché prima mi hai fermata? Io avrei voluto far su di lui esattamente quello che gli ha fatto Irene…’”
“Porta pazienza, mia cara… quello non era un match vero, ma un test, una dimostrazione. Tu hai fatto di tutto e di più sul tuo avversario, non potevo permetterti di umiliarlo fino in fondo… potrai sfogarti a tuo piacimento, se sarai capace di farlo, quando organizzeremo un torneo, ed avrai sconfitto e sottomesso la tua vittima…”
Ci fu un coro unanime fra le ragazze…“Organizzeremo un torneo di wrestling? E come, quando?”.
"Presto, presto, ormai basta con prove e test… si fa sul serio. Organizziamo un torneo a squadre… come le volete le squadre, miste, o solo maschili e femminili?”.
“Che domande, coach… ovvio che vogliamo unicamente scontri contro maschi… non ci interessa lottare fra noi donne…”.
“E voi, ragazzi, che ne pensate?”

Il settore maschile non era su di giri come quello femminile, ma anche loro desideravano combattimenti misti, anche se, dopo quello che avevano visto e sentito, l’entusiasmo iniziale era molto diminuito…
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