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Old 29-Apr-23, 08:06
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Default Re: Wendy e Paul

11
Wendy si alzò in piedi e decise che c’era un solo sistema per far prendere coscienza a Paul: continuare a batterlo e dominarlo. (((Ci penso io, cugino, so come fare per convincerti…))).
Mentre Wendy si alzava, Paul era sempre sconcertato, ma grossi dubbi si affacciavano alla sua mente. (((E se avesse ragione lei?))).
Wendy andò a rinfrescarsi, ed anche Paul si alzò in piedi. Guardando la cugina si rese conto di quanto fosse attratto da lei. (((Prima non potevo staccare gli occhi dalle sue tette, ora sto qui a fissarle il culo…))).
Wendy sentì lo sguardo di Paul su di sé. (((Mi sa che mi sta fissando il culo…bene…))).
Consapevole degli sguardi di ammirazione del cugino, Wendy indugiò prima di tornare sul tappeto, per dargli modo di guardarla a sazietà. (((Cazzo… se sono così preso, non ho nessuna possibilità contro di lei…))).
Wendy si soffermò a bere molto lentamente, dando sempre le spalle a Paul.
“Dammi un minuto, Paul, nel frattempo rilassati e pensa a quello che ti ho detto.”
“Ok, fai con comodo, quando vuoi sono pronto a riprendere.”.
Mentre aspettava, e non smetteva di fissare il culo di Wendy, Paul continuava ad interrogarsi. (((Ma…se non ho nessuna possibilità di batterla, perché sto ancora qui ad aspettarla per riprendere una lotta senza speranza?... Possibile che sia come dice lei, che mi piaccia essere sottomesso ed umiliato in quel modo da lei?))).
Wendy si soffermò intenzionalmente alcuni minuti, per dare modo a Paul di riflettere, sapendo che lui continuava ad ammirarla, poi tornò sul tappeto, pronta a riprendere il combattimento. Aveva ormai ben chiara in mente la strategia da mettere in atto…
“Rieccomi, Paul, tutto bene? Sei pronto a riprendere?”.
“Sì, riprendiamo, ma sappi che stavolta sarò io a sottomettere te, così potrò capire cosa si prova in posizione di dominio…”.
“Tu, Paul, sottomettere me? Puoi provarci, ma dubito che ci riuscirai… e poi…”
“E poi?”.
“Dai, sappiamo tutti e due che in fondo non ti piacerebbe, tu sei un sottomesso, non un dominatore, la dominatrice sono io… la TUA DOMINATRICE…”
“Come fai ad esserne così sicura?”
“lo so, lo so, e fra poco te lo dimostrerò.”
Paul provò a tenere un atteggiamento aggressivo.
“E va bene, dimostramelo! Sono pronto, fatti sotto!”
Wendy sorrise fra sé. (((Vuol provare a fare il duro, ma fra poco lo costringerò a mugolare sotto di me, e dovrà implorarmi nuovamente di liberarlo, ma stavolta per lui sarà dura…))).
I due ricominciarono a studiarsi, girandosi lentamente intorno, in attesa di un’occasione per attaccare, ma il corpo di Wendy aveva ipnotizzato Paul. (((Dovrei badare ai movimenti delle sue braccia e delle sue gambe, non stare a fissare imbambolato le sue tette…))).
Wendy, notando lo smarrimento del cugino, era sempre più sicura di sé. (((Continua pure a fissarmi le tette… sei mio…))).
Infine i contendenti si afferrarono reciprocamente alle braccia, ma Paul era ormai molto lento nei movimenti, e Wendy gli si rivolse con tono intimidatorio.
“Sei lento, Paul, difenditi, perché non ti darò tregua, non voglio una vittoria troppo facile!”
Le parole ed il tono della ragazza fecero effetto. (((azz…è troppo veloce… stavolta fa sul serio…))).
Wendy si muoveva ad una velocità doppia rispetto al suo avversario, lo afferrò ad una gamba ed alla spalla… la ragazza era già in vantaggio…
“Che ti dicevo? Ti ho preso di nuovo!”.
“No! Sono ancora in piedi!”.
“Per poco, cugino, per poco… aspetta che mi posiziono meglio e vedrai…”.
Wendy afferrò Paul alle spalle e lo costrinse ad inginocchiarsi sotto di lei. (((Preso!!))). Ora doveva solo ribaltarlo, ma il ragazzo opponeva resistenza. Non riusciva a rovesciarlo.
“Ok, Paul, fai pure resistenza…ma non pensare di sfuggirmi…”
“Non ce la farai a ribaltarmi, Wendy…”.
“Ah, no? Vediamo…”
Wendy si spostò e cambiò posizione, ma, mentre lei si spostava per migliorare la presa, Paul ebbe un guizzo improvviso e, puntando le ginocchia, riuscì a sollevare la ragazza e se la scrollò di dosso.
Wendy si ritrovò seduta, incredula, mentre Paul, che neanche lui si aspettava di riuscire a liberarsi, era senza fiato per il grosso sforzo. (((Ouff…non so come ho fatto, ma ora sono sfinito…))).
Paul chiese di fare una pausa per riprendersi, ma Wendy, incazzatissima, gli disse subito di no.
“Una pausa? Una pausa dopo che ti sei liberato? Te lo scordi…”
Wendy, molto contrariata, non gli diede requie, vide che il cugino era stanchissimo, e gli si avventò addosso come una furia. (((E’ una belva… non la reggo…))).
Wendy afferrò di nuovo Paul alle spalle e lo costrinse in ginocchio sotto di lei, e di nuovo iniziò a dare energici scrolloni per rovesciarlo sulla schiena.
“Sei già riuscito a liberarti due volte, cugino, ti assicuro che non ci sarà una terza…”.
La ragazza aveva inchiodato Paul, e gli dava strattoni sempre più violenti per ribaltarlo. (((Cazzo! Un altro strattone così e mi frega…))). Per un po' Paul ce la fece a resistere, ma poi, dopo l’ennesimo strattone…
Paul fu ribaltato. Ora lui era al tappeto sulla schiena e Wendy gli stava sopra, pronta ad immobilizzarlo…
“Fatto, Paul, hai visto?”.
“Azz…mi hai fottuto…”
“Proprio così, sei fottuto!”
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Old 08-May-23, 11:34
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Default Re: Wendy e Paul

12
Wendy aveva preso il sopravvento, e Paul era sfinito. (((Perfetto. Ora viene il bello…))). Guardò il cugino negli occhi.
“Guardami, Paul!”.
“Perché vuoi che ti guardi? Lo vedo che mi hai messo sotto…”
“Voglio che tu mi guardi bene, perché sto per immobilizzarti definitivamente…”
“Va bene, ma l’hai già fatto…che vuol dire definitivamente…?”
“Vuol dire che ora sarà diverso…”
“Diverso? Diverso come?”
“Tu continua a guardarmi…”.
Wendy aveva deciso di sottomettere Paul con un prolungato SGP, per imporgli il suo dominio. Bloccò al tappeto le braccia del cugino e gli montò sopra.
“Ah, ecco, vuoi immobilizzarmi con un SGP… non è una novità…”.
“Esatto, Paul, ma non sarà come le altre volte…”
“Sarà…diverso?”
“Molto diverso…”.
Mentre parlava al cugino, Wendy completò la sua manovra.
Paul era sfinito, bloccato sotto di lei, non era più in grado di reagire, e ormai subiva con rassegnazione i movimenti della cugina. (((Mi ha fatto. Ora può fare quello che vuole, io non posso farci più niente…))).
Wendy sistemò un ginocchio sulla spalla di Paul, e si accinse a fare lo stesso con l’altro ginocchio.
“Ti farò provare cosa vuol dire essere sottomesso sul serio, Paul…”.
“Non…non ti capisco…”.
“Ti ho sconfitto tante altre volte, ma stavolta la tua sottomissione sarà totale…”
“Ma… insomma… che vuoi fare, Wendy?”.
“Aspetta, Paul, capirai…”.
Wendy aveva sistemato a dovere il SGP, alto sul petto di Paul, con le ginocchia sulle sue spalle. Il ragazzo giaceva sotto di lei, inchiodato al tappeto ed ormai inerme. Lei era soddisfatta e lo guardò negli occhi.
“Ci siamo Paul, sei tutto mio, non hai più nessuna possibilità…”
“Davvero?”
“Proprio così…”
“Allora hai vinto anche questo round?”.
“Sì, ma aspetta, Paul, non abbiamo finito.”
“Come sarebbe?”.
“Voglio che continui a lottare per liberarti, anche se sappiamo che non puoi farcela, e soprattutto voglio che continui a guardarmi negli occhi…”.
“Ma perché?”
“Perché in questo modo sentirai in pieno il mio dominio su di te…”.
Paul si sentì perduto.
Istintivamente iniziò a contorcersi, ma Wendy gli afferrò i polsi e gli tirò su le braccia, raddrizzando il busto, e così facendo mise in bella evidenza le sue tette. (((Niente da fare, cugino…però puoi guardarmi le tette, visto che ti piacciono tanto…))).
Paul era oppresso dal peso della ragazza sul suo petto e con le braccia sollevate e bloccate in alto non poteva fare assolutamente niente altro che ammirarla, con le tette seducenti protese verso di lui.
“Bravo, Paul, ci hai provato… è quello che voglio…provaci ancora e continua a guardarmi…”.
“Wendy… ho capito… stai giocando al gatto col topo…ma è tremendo quello che mi stai facendo…”.
“Non c’è proprio niente di tremendo, è la messa in pratica di quello che ti ho spiegato poco fa…”.
“Ma…ma…io…”.
Paul era sconvolto. Si agitava, si dibatteva, scalciava con tutte le sue forze, in preda alla disperazione.
Wendy lo osservava compiaciuta. (((E’ così che mi piace! E’ bello vedere la sua espressione disperata mentre si agita invano ed io lo tengo inchiodato al tappeto…))).
Come estremo tentativo, Paul provò a fare un ponte, e puntò i piedi. Riuscì a sollevarsi, ma non a disarcionare la ragazza, che non aveva mollato la presa. Quando non resse più, ripiombò pesantemente al tappeto, e Wendy incombeva sempre su di lui.
Paul non ce l’aveva fatta. Si era afflosciato al tappeto e Wendy gli era ricaduta pesantemente sul petto, togliendogli il fiato che gli era rimasto. Il cugino era sempre sotto di lei, inerme, in suo potere…
“Mi spiace, Paul, spero di non averti fatto male, il ponte è stato un tentativo inutile…”
“Non…non ce la faccio più…”
“Ok, Paul, basta agitarti, voglio batterti e dominarti, mica distruggerti…”
Paul smise ogni resistenza, e giacque rassegnato sotto la cugina, in attesa di capire quali erano le intenzioni della ragazza.
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Old 17-Aug-23, 09:19
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Default Re: Wendy e Paul

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Wendy, immobile dopo che Paul aveva cessato di dibattersi, e si era rilassato, inerme ed indifeso sotto di lei, lo guardava fissamente.
Il suo sguardo era torbido, ambiguo; il cugino l’osservava attentamente, e l’ammirava perché subiva il suo fascino, ma non capiva cosa volesse da lui.
(((Perché mi tiene così e non fa niente? Perché mi guarda in quel modo? Che ha in mente? Non capisco…Eppure…sento che potrei stare per ore sotto di lei a guardarla in questa posizione…))).
Wendy non aveva ben chiaro in mente cosa fare, ora che Paul era completamente in suo potere.
Sentiva solo che la situazione di dominio la esaltava, e che avrebbe voluto in qualche modo far pesare ancora di più sul cugino il potere che aveva acquisito su di lui, acuendo il suo senso di frustrazione.
Continuando a fissare Paul negli occhi, quasi senza rendersene conto, con gesto istintivo, si spostò impercettibilmente in avanti, sul petto del ragazzo.
Fu solo quando con l’inguine gli toccò il mento che avvertì un brivido, una scossa, e realizzò che fra le sue cosce era visibile soltanto la faccia di lui, come all’interno di una cornice.
Con un leggero sospiro Wendy chiuse gli occhi, si sollevò leggermente e si adagiò lentamente seduta a gambe larghe con la fica sulla bocca di Paul.
Aprì gli occhi e vide l’espressione sorpresa e smarrita del cugino.
“Che c’è, Paul? Non vuoi?” mormorò con voce roca, sollevandosi nuovamente e sistemandosi meglio sulla sua faccia, fino a coprirgli anche il naso.
Nella posizione in cui si trovava vedeva unicamente gli occhi spalancati del cugino, ed il suo corpo fu attraversato da brividi e contrazioni, mentre premeva con tutto il suo peso sulla faccia di Paul, e gli rendeva difficoltoso il respiro.
Lui, riavutosi dalla sorpresa di vedersi la cugina seduta con le parti intime direttamente sulla sua faccia, volle rispondere, volle dire qualcosa, forse volle anche ribellarsi…ma si udì unicamente un borbottio indistinto.
Il ragazzo, che aveva liberi soltanto gli occhi, vedeva incombente sopra di sé la cugina che lo teneva inchiodato, vedeva attraverso la mutandina trasparente e bagnata un ciuffo di peli neri quasi a contatto con i suoi occhi, e, più in alto, il seno eretto con i capezzoli turgidi, ed il viso estasiato di Wendy che lo fissava eccitata con la bocca semiaperta e leggermente ansimante.
Paul era in confusione totale.
Respirava a stento, perché lei premeva sulle sue vie respiratorie con tutto il suo peso, e non si preoccupava minimamente delle sue difficoltà.
Dalla bocca di Paul uscivano solo gemiti e mugolii indistinti, e questi producevano vibrazioni nelle parti intime della cugina, stimolando la sua libidine...
Inoltre attraverso la mutandina sentiva in bocca il sapore e l’odore acre della fica e degli umori intimi della ragazza che traspiravano e trasudavano l’indumento.
Ma al tempo stesso Paul avvertiva strane sensazioni.
Era pienamente consapevole che subiva la superiore abilità di Wendy nella lotta, e che era sottoposto al suo dominio.
Sentiva anche che lei sfogava sulla sua faccia i suoi istinti profondi, la sua lascivia, dopo averlo sottomesso.
Si sentiva nelle condizioni di una sua vittima, e questo lo feriva nell’orgoglio, lo umiliava profondamente.
Eppure sentiva che la situazione non solo non lo disturbava, ma gli procurava un’indistinta sensazione di piacere, quasi di benessere: era immobilizzato con la schiena a terra, semi asfissiato, ma felice di esserlo.
E tutto questo perché c’era LEI sopra.
(((Allora aveva ragione lei…io sono un sottomesso…e lei è davvero una dominatrice, la MIA DOMINATRICE…)))
Wendy aveva finalmente raggiunto il suo scopo recondito: sopraffare in combattimento il cugino, dominarlo anche eroticamente, sottoponendolo alle proprie voglie, e godersi il momento.
Mentre cavalcava la faccia di Paul, la ragazza lo fissava disteso inerme sotto di lei, e si godeva la sua espressione smarrita e confusa.
“Che c’è Paul? Non puoi muoverti? Non puoi respirare?... scusami… perdonami… ti prego resisti…ora NON POSSO mollarti… hhmmmmm…”
La situazione era di calma apparente.
Wendy era seduta a gambe larghe sulla faccia del cugino, con le mani premute sui seni, inmmobile su di lui mentre lo guardava fissamente.
Paul giaceva sulla schiena, inerme sotto la presa della ragazza, ed a sua volta la guardava negli occhi…
Ma, sotto la calma apparente, fra i due ragazzi si stava svolgendo tutta una storia.
Una storia di dominazione.
Una storia di dominazione femminile.
Una storia di dominazione femminile condivisa.
Wendy, la dominatrice, aveva sopraffatto e sottomesso il cugino, e si godeva appieno il potere che aveva conquistato su di lui.
Paul, il dominato, era stato sopraffatto e sottomesso nonostante avesse opposto tutta la resistenza di cui era capace, e subiva appieno il potere della cugina, eppure sentiva di aver desiderato quella situazione.
La calma non poteva durare.
Paul, che aveva serie difficoltà di respirazione, iniziò ad andare in affanno e ad agitarsi. Cominciò a dibattersi sempre più convulsamente, scalciando impotente con le gambe, e muovendo il busto di qua e di là sotto la presa ferrea di Wendy, che gli aveva nuovamente bloccato le mani a terra per impedirgli di liberarsi.
Provò anche a girare la testa per cercare una via d’aria.
Ma Wendy, sempre più infoiata, in preda ad un’incontenibile libidine, gli mollò le mani e gli afferrò la nuca, poi la tirò fortemente a sé, schiacciandogli la bocca e il naso contro la fica.
Ora la respirazione del ragazzo era azzerata, il suo dibattersi sempre più frenetico era inutile perché la presa alla testa era troppo salda: poteva agitarsi quanto voleva con il resto del corpo, ma Wendy lo teneva implacabilmente con la testa ferma fra le mani, inchiodata contro le sue parti intime, e non gli consentiva di inalare aria.
La situazione poteva anche diventare pericolosa, perché la ragazza era troppo arrapata per mollare la presa, non poteva più fermarsi… non poteva più fare a meno di sfogare le sue voglie, e Paul era prossimo alla perdita dei sensi per asfissia……………
……………………………………………………………………………………………………
Alla fine Wendy raggiunse l’acme del godimento, e, dopo un prolungato orgasmo che la fece fremere con scosse e vibrazioni per tutto il corpo, accompagnate da gemiti e gridolini, con un lungo sospiro profondo si rilassò ed allentò la presa micidiale.
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Old 06-Sep-23, 14:11
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Default Re: Wendy e Paul

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Wendy si sollevò leggermente sulle ginocchia.
Paul, finalmente libero di respirare, tossì convulsamente ed ansimò a lungo, mentre lei si alzava in piedi osservandolo preoccupata.
Poi, quando il cugino si fu calmato, e giacque immobile sulla schiena per riprendere le forze, si rimise delicatamente a cavalcioni sul suo petto, guardandolo ed accarezzandolo affettuosamente.
“Paul, tutto bene? Sono preoccupata…”
“Sì… sì…ora va bene, mi è passata…ma ho avuto paura…”
“Mi dispiace, perdonami, non riuscivo a fermarmi… ho capito che potevo farti veramente del male solo quando hai cominciato a scalciare come un disperato… prima ero troppo presa… ero troppo eccitata…ero come fuori di me…”
“Lo so… me ne sono accorto… quello che mi ha messo veramente paura non era soltanto ritrovarmi immobilizzato sotto di te con il respiro mozzato, ma soprattutto vedere la tua espressione inquietante mentre mi tenevi la testa bloccata dalla nuca… mi guardavi negli occhi, vedevi bene che ero in grave difficoltà, eppure non mi mollavi…ho temuto che mi volessi soffocare sul serio…”
“Sì, è vero…non so bene cosa mi sia preso, non mi era mai successo prima… non capivo bene quel che facevo…non riuscivo a controllarmi…godevo troppo a tenerti in mio potere… anche se sapevo che ti stavo soffocando…e forse…forse ero tanto eccitata proprio per quello…”
“Sì, l’avevo capito che eri arrapatissima proprio perché mi stavi soffocando… per quello il tuo sguardo metteva paura…”
Wendy non rispose. Si era resa conto appieno dell’enormità della cosa, e dello spavento che aveva provocato al cugino.
Paul la guardò lungamente negli occhi; aveva intuito, nei lunghi momenti in cui era rimasto a giacere sulla schiena in stato di totale sottomissione, che lei non era solo una dominatrice, ma c’era dell’altro….
“Wendy, guardami bene, sei una sadica?”
La ragazza fu turbata dalla domanda.
Non pensava di essere sadica, ed il termine stesso non le piaceva, eppure quello che era appena successo rendeva plausibile la domanda di Paul.
Restò a lungo soprappensiero.
“Dovevo aspettarmi la tua domanda, dopo quello che ti ho fatto… eppure mi trovi impreparata alla risposta…non mi ero mai posta un simile quesito. Dopo i combattimenti con le ragazze del college non avevo mai fatto una cosa simile, e nemmeno loro avevano mostrato sintomi di sadismo…”
“Però…”
“Però…se mi metto nei tuoi panni, capisco che dal tuo punto di vista potevi vedere in me una sadica, dal momento che ti ho soffocato a lungo, forse troppo a lungo… e soprattutto che… che tenerti sotto di me… immobilizzarti e soffocarti… mi piaceva… che ci godevo…fino a quando mi sono resa conto che poteva finire male…”
Dopo una pausa, nella mente di Wendy si affacciò una domanda per il cugino…
“E tu, Paul… guardami bene anche tu… mentre ti bloccavo e ti impedivo di respirare… cosa provavi realmente? D’accordo che hai avuto paura… è ovvio… ma…ti piaceva? Ti eccitava? Insomma…sei un masochista?”
Il ragazzo rimase sinceramente sorpreso.
“Ma… no…non credo proprio… ormai ho capito che tu sei una dominatrice ed io ho la tendenza ad essere un sottomesso… è vero che mentre mi tenevi inchiodato e soffocato avevo strane sensazioni… ma sì… in fondo mi piaceva… devo ammetterlo…ma…questo vuol dire essere un masochista?”
“Non lo so nemmeno io, Paul. Però dopo tutto quello che è successo oggi fra noi, mi viene da dire che se io sono una sadica, allora tu sei un masochista…”

I due ragazzi rimasero a guardarsi intensamente negli occhi, per assorbire quello che si erano detti.
Durante tutta la discussione Wendy era rimasta a cavalcioni sul petto del cugino disteso sulla schiena, e poco alla volta tutto quel parlare di immobilizzazione… di dominazione… di soffocamento… le fece montare nuovamente una certa eccitazione…
Turbata, guardò Paul ansando leggermente con la bocca semiaperta, gli prese una mano e se la premette sul seno…
“Sai, Paul, se continuiamo a parlare di queste cose… in questa posizione…sento che mi sta succedendo qualcosa…”
“Anche a me sta succedendo qualcosa…e… penso che sia la stessa cosa…”
“Tu cosa pensi che sia?”
“Penso che sia la voglia di fare qualcosa che finora non abbiamo mai fatto…qualcosa che forse tutti e due avremmo voluto fare da tanto tempo…”
“Più di quello che abbiamo già fatto oggi?”
“Non so se è un di più, ma sento che dopo quello che c’è stato, non possiamo farne a meno. Wendy, sento che ti stai eccitando…io sono eccitato quanto te…”
“Davvero Paul?”

Mentre il cugino le accarezzava delicatamente il seno, Wendy allungò una mano all’indietro, ed afferrò il cazzo in erezione di Paul.
“Oh, Paul…è vero…ce l’hai di marmo… è mio… lo voglio…ti voglio…”
“Anche io ti voglio Wendy…fallo…facciamolo…”

……………………………………………………………………………….................... ...............
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